uova al tegamino o strapazzate?


Che bello mangiare le uova del contadino appena deposte dalle gallinelle ruspanti!
Eh si i vantaggi della campagna sono proprio questi, gustare sapori autentici e cibi genuini di cui riesco a goderne solo ad agosto quando torno nei miei luoghi di infanzia, diventati estranei per molti versi oramai ma i cui sapori mi riconducono immediatamente al passato e mi fanno ripercorre le immagini del film di me da piccola.

Sono qua e tra scrittura e ritmi ancora per poco lenti, mi lascio coccolare dalla cucina di mamma, come le fa lei le uova io non le so fare, perché poi non è così facile cucinare bene le uova e Cracco ne sa qualcosa.

A me piacciono in tutti i modi basta che non ci sia il bianco dell’uovo ancora viscidino, quello non lo sopporto, mi piace ben cotto, ma a volte per riuscire nel risultato le uova si cuociono troppo e allora tutto risulta un po’secco e anche poco salutare.

Il rosso dell’uovo se non cotto molto preserva tutte le sue proprietà nutrizionali invariate e quindi fa anche molto bene, quindi per le uova strapazzate e al tegamino ho imparato a separare i bianchi dai rossi e cuocere prima leggermente i bianchi e poi deporre sopra i rossi in modo da ottenere il risultato perfetto per i miei gusti ;-)

Buon uovo allora, e buon proseguimento di estate!

UOVA STRAPAZZATE

cucchiaino50x50 Per 2 persone.

4 uova freschissime
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
sale e pepe

Aprire le uova separandole, mettete i bianchi di uovo nella padella calda con un filo d’olio e mescolare, tenete d parte i rossi fino a quando il bianco comincia a solificare, a questo punto versate anche i rossi in padella e mescolare senza fare rapprendere troppo in modo che le uova rimangono morbide e non troppo cotte! Accompagnate con insalata fresca e del pane freso e servire calde. Buon appetito!




Formaggio fritto e buon ferragosto!


Buon Ferragosto!!
Certo non ho scelto proprio una ricetta fresca per questa giornata soleggiata, ma si sa che nei giorni di festa, almeno nella maggior parte delle case del sud, si accendono i fornelli ad ogni costo!
La ricetta deriva dal mio viaggetto, di oramai qualche settimana fa, a Giulianova (TE), dove ogni giovedì il corso si chiude al traffico e la strada diventa un osteria a ciel sereno, dove i vari alimentari, macellerie, pizzetterie… ecc, propongono alcuni piatti tipici della tradizione abruzzese. In pole position ci sono gli arrosticini di agnello, che vale la pena assaggiare, seguiti dal panino con la porchetta o “forchetta” come dice mia nipote:-) e proprio in questa occasione ho scoperto il formaggio fritto, di cui avevo letto già in precedenza, allora non ho potuto fare a meno di assaggiarlo. Lo proponevano come companatico in mezzo ad un bel panino, ma mi sembrava veramente troppo, così l’ho assaggiato au nature e devo dire che ha rapito subito la mia attenzione! Ho capito che per la realizzazione della ricetta si usa un pecorino locale poco stagionato e dalla pasta fitta e compatta avvolto da una pastella di sole uova e farina alla quale ho aggiunto un paio di cucchiai di birra ghiacciata, tanto per gradire:-)
Al mercato che si svolge sempre il giovedì, ma alla mattina, prima del rientro ho comprato il formaggio dai produttori locali e una volta a casa l’ho fritto!
Vi consiglio a seguire una bella fetta di cocomero fresca ;-)
Alla prossima con news e anticipazioni……………..

FORMAGGIO FRITTO

cucchiaino50x50 Per 4 persone

300 g di pecorino abruzzese per friggere
2 uova
80 g di farina “0”
1 pizzichino di sale
2 cucchiai di birra ghiacciata
olio di semi di arachidi per friggere

Preparare la pastella sbattendo le uova con la birra e aggiungendovi la farina poco alla volta e in ultimo il pizzico di sale. Mettere in frigorifero, nel frattempo tagliare il formaggio a fette spesse quasi un centimetro e mettere a scaldare l’olio in una pentola piccola dai bordi alti, tuffare il formaggio nella pastella, che sarà abbastanza densa, e poi nell’olio bollente, girare da ambo i lati fino a raggiungere la doratura desiderata e poi scolare su carta da cucina. Servire il formaggio tiepido.




Crème caramel alla zucca


Guardando fuori dalla finestra, vedo 40 cm di neve sul tetto della casa di fronte, se poi guardo verso il basso, appiccicando la testa al vetro, vedo poche persone che goffamente cercano di camminare sui marciapiedi innevati, quasi nessuna macchina, qualche ragazzo che fa a palle di neve, il tutto in un silenzio e una quiete surreale. Pensate che stamattina volevo uscire col passeggino :-) Davvero, si! Se non fosse per il fatto che maritozzo, nonna impanicata al telefono e un’amica mi avessero fortemente scoraggiato, probabilmente l’avrei fatto :-) Chissà, forse domani, senza dire niente a nessuno…….
Mentre facevo tutte queste valutazioni sformo le mie crème caramel alla zucca. Anche qui l’inspirazione è stato il mio frigo e alcuni ingredienti da dover consumare :-)
Complice anche un libricino che mia cognata mi ha dato, uscito dalla confezione dei tortelli alla zucca di Giovanni Rana :-), dove ci sono tutte ricettine con la zucca! Io non ho mai provato i prodotti in questione preferendo ovviamente l’home made, ma il libretto mi è stato utile.

Rustica e molto casereccia questa crème, devo dire che mi é piaciuta nonostante le mie perplessità iniziali.
Appena l’ho vista ci sono rimasta male per il suo aspetto ruvido, ma assaggiandola i miei dubbi si sono dissolti!

Che dire, brutta ma buona ;-)

CREME CARAMEL ALLA ZUCCA

cucchiaino50x50 Per 6 persone.

250 ml di panna
150 g di purea di zucca
75 g di zucchero
2 uova
2 cucchiai di cognac o rhum
1 stecca di vaniglia
100 g di zucchero per il caramello


Preparare il caramello mettendo lo zucchero in una pentola dal fondo spesso e sul fuoco vivo. Quando lo zucchero comincia ad imbrunire, fare sciogliere completamente e versare il caramello ancora caldo negli stampini. Riscaldare la panna con la vaniglia (solo i semini), nel frattempo sbattere le uova con lo zucchero. Unire alla panna la purea di zucca e le uova sbattute, aggiungere 2 cucchiai di cognac e versare negli stampini. Cuocere a bagnomaria in forno a 180 °C per 45 minuti. Sfornare, lasciare raffreddare e riporre in frigorifero per qualche ora prima di servire.




Mercoledì: Frittata di "vitaglie"


Veramente l’ho fatta lunedì, ma solo ora trovo il tempo per raccontarvela.
Ero al parco “Talon” con i nonni, si insomma con i miei e con il pupo, per fare una passeggiata e ad un tratto mio padre richiama l’attenzione di mia madre indicandole quelle che secondo me erano erbacce, dicendo di avere trovato le vitaglie!!!
Per fortuna che c’è internet e che in internet si trova di tutto, se no sarebbe stata un pò dura risalire a qualcosa di più scientifico dai racconti non sempre concordi dei due nonni. Fatto sta che i miei hanno distolto l’attenzione dal loro adorato nipotino per fiondarsi a raccogliere questi germogli (si raccolgono solo le cime tenerissime, le parti più vecchie della pianta sono persino tossiche) che spuntano da delle siepi abbastanza grosse. Infatti trattasi della Clematis Vitalba considerata una pianta infestante del bosco, che in dialetto campano vengono appunto comunemente chiamate “vitaglie” ed in quello umbro “vitabbie”.
Viene anche chiamata l’asparago dei poveri, ma sinceramente di asparago non sa proprio, anzi il sapore è molto delicato e gradevole, esagerando, quasi dolce. Il sapore mi ha sorpreso positivamente, pensando invece di trovare per esempio il gusto della cicoria selvatica (avete presente quella bella amara?).
Ovviamente questa “erbaccia” :-) si mangia rigorosamente in frittata!
E frittata sia..
In internet si trovano molte ricette con o senza cipolla, pecorino, pancetta….. io ho seguito quella di mia madre che dice di non aggiungere niente in modo da assaporarne meglio il gusto. Aveva proprio ragione !

frittata-vitaglie2

FRITTATA DI VITAGLIE

cucchiaino50x50 Per 4 persone.

4 uova
1 mazzetto di “vitaglie”
sale e olio extravergine di oliva


Lavare e pulire le vitaglie, stufarle in una padella antiaderente con un goccio d’acqua e dell’olio extravergine di oliva, aggiungere le uova svbattute e salate. Cuocere da ambo i lati. Si possono fare anche delle frittatine monoporzione, come ho fatto io. In questo caso, una volta stufate le vitaglie, dividerle in 4 padelline, aggiungere 1/4 di uovo sbattuto e cuocere.




Passatelli in brodo di pollo!!!


Una settimana passata fuori dal blog mi sembra già una vita. Ultimamente il tempo mi si è dilatato, non so se è perchè voglio fare sempre più cose, oppure se a parità di cose ora ci metto più tempo per farle!
Non ho ancora analizzato bene il dilemma che mi affligge in questi ultimi giorni ma è possibile che un anno in più cominci a pesarmi sulle spalle e che si facciano sentire i primi effetti negativi della vecchiaia.
Non per dire, ma stamattina, dopo avere festeggiato (in casa e senza alcol) il mio compleanno mi sono svegliata con il mal di gola e un forte senso di stordimento :-(
Per fortuna che ci sono i passatelli, new entry nella mia cucina, imparati una settimana fa dalla mia vicina, la Sig.ra Anna di origini ferraresi. Sono un vero spasso, saporiti, velocissimi da fare e ottimi anche con il brodo vegetale, una vera leccornia insomma!

passatelli-lavorazione-p1220404
PASSATELLI IN BRODO DI POLLO

cucchiaino50x50 Per 2 persone.

100 g di pane grattugiato
15 g di farina
60 g di parmigiano reggiano grattugiato
un pizzico di noce moscata
2 uova

Brodo di pollo

4-5 pezzetti di pollo
mezza costa di sedano
1 carota
1 pomodoro maturo
1 pezzetto di cipolla
1 patata piccola

Brodo di pollo. La sera prima preparare il brodo mettendo in una pentola capiente i pezzi di pollo con tutti gli odori tagliati grossolanamente, coprire con acqua, chiudere con il coperchio, portare a bollore e cuocere per circa 1 e mezza. Filtrare il brodo, fare raffreddare e riporre in frigorifero. L’indomani con un mestolo forato togliere il grasso che si sarà solidificato in superficie e filtrare di nuovo il brodo e tenere da parte fino all’utilizzo.
Passatelli. Disporre a pioggia sulla spianatoia il pane grattugiato, fare una fossetta e aggiungere la farina, il parmigiano reggiano, la noce moscata e le uova, dopodiché impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo e abbastanza duro. Dividere l’impasto in 2 o 3 palline e schiacciarle nell’apposito attrezzo dei passatelli che è simile allo schiacciapatate ha solo i fori più larghi.
Preparazione del piatto. Portare a bollore la quantità di brodo desiderata (non aggiungere sale), tuffare dentro i passatelli e cuocere per un minuto e mezzo dopodiché servire.


Passatelli in chicken broth

a special kind of pasta from Emilia-Romagna

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cucchiaino50x50 Serves 2.

100 g breadcrumbs
15 g flour
60 g grated Parmesan cheese
a pinch of nutmeg
2 eggs

Chicken Broth

4-5 pieces of chicken
half a stick of celery
1 carrot
1 ripe tomato
1 piece of onion
1 small potato

Chicken broth. The night before preparing the broth, into a large pot put the chicken pieces with all the herbs coarsely chopped, cover with water, close the lid, bring to a boil and cook for about 1 and a half hours. Strain the broth, cool and refrigerate. The next day with a slotted spoon remove the grease will solidify on the surface and strain the broth again and set aside until use.
Passatelli. Put on pastry board the breadcrumbs, make a dimple, and add the flour, Parmesan, nutmeg and eggs, then knead until dough is smooth and hard enough. Divide the dough into 2 or 3 balls and mash them into the tool of passatelli that is similar to that masher has only the larger holes.
Preparation of the dish. Boil the desired amount of broth (no salt added), dip into the passatelli and cook for a minute and a half and then serve hot.




Frittata? No! Sformato di patate rosse di Colfiorito


Sono tornata a casa già da qualche giorno, dopo il giro ferragostano tra Marche e Umbria, non senza essermi riportata laute scorte di prodotti tipici :-)
E così, anche il sacchetto da 10Kg di patate rosse, acquistate dal contadino sulla piana di Colfiorito al confine tra Marche e Umbria, è entrato a far parte della lista di souvenir gastronomici che ci siamo riportati, insieme alla bellissima treccia di cipolle bianche.
Uno dei primi impieghi di questi due ingredienti umbri è stato questo sformato di patate e cipolle, cotto al forno e servito con una generosa manciata di basilico ed erba cipollina :-)
Questo modo di servire lo sformato l’ho appresa nella Marche, precisamente da Beppe nella sua enoteca “Bar a Vino” a Fermo, che in una deliziosa cena accompagnata dall’ottimo vino locale, ci ha servito uno sformatino di verdure di stagione cosparso da un’abbondante trito di basilico fresco. Nel vederlo quasi mi sono meravigliata, ma ogni dubbio è scomparso al primo boccone, è incredibile quanto ci stesse bene!!
Se siete di passaggio da queste parti vi consiglio di fermarni per cena o almeno per l’aperitivo, ne vale veramente la pena, poi il titolare, Beppe appunto, fa anche una ricerca accurata sul pane, offrendone diversi tipi fatti con il “lievito madre” :-)
Riguardo a quest’ultimo vi dico che la mia pasta madre è sopravvissuta, nonostante l’abbia scarrozzata a destra e a manca in questi giorni e che non vedo l’ora di riutilizzarla per il mio pane settimanale.
Confesso che, dopo la consegna del libro, ho avuto il bisogno di distaccarmi da tutto quello che era lievitato, ma adesso, pian piano mi stanno già venendo in mente ricettine da provare per l’autunno :-)))


FRITTATA? NO! SFORMATO DI PATATE ROSSE DI COLFIORITO

cucchiaino50x50 Per 4 persone.

2-3 patate rosse di Colfiorito
1 cipolla bianca schiacciata
4 uova
un goccio di latte
sale e olio extravergine di oliva
basilico ed erba cipollina (quest’ultima facoltativa)


Lavare e sbucciare le patate e tagliarle a fettine sottili, pelare la cipolla e tagliare anch’essa a fettine sottili. In una padella antiaderente fare rosolare le patate e le cipolle con un po’ d’olio extravergine di oliva per una decina di minuti, aggiustare di sale. Nel frattempo sbattere le uova con un goccio di latte e un po’ di sale, imburrare una teglia da circa 22-24 cm di diametro. Versare le patate e le cipolle nella teglia ricoprire con le uova sbattute e infornare a 200°C e lasciare cuocere fino a che il tortino non risulti dorato. Sfornare, lascire intiepidire un po’, cospargere di basilico e se ce l’avete anche qualche filo di erba cipollina, tagliare a fette e servire.


Potatoes and Onions Soufflé



tortino-con-patate-e-cipolle


cucchiaino50x50 Serves 4.

2-3 red Colfiorito potatoes
1 white onion
4 eggs
a drop of milk
salt and extra virgin olive oil
basil and chives (the latter optional)


Wash and peel potatoes and cut into thin slices, peel the onion and also cut into thin slices. In a nonstick pan brown the potatoes and onions with a little extra virgin olive oil for about ten minutes, add salt. Meanwhile, beat the eggs with a drop of milk and a little salt, butter a baking pan for about 22-24 cm in diameter. Pour the potatoes and onions in the pan cover with beaten egg and bake at 200°C, cook until the soufflé is golden. Remove from the oven, let it cool slightly, sprinkle with the basil and also with some chives if you have, cut into slices and serve.