Tortino di mais e porro


Come vi accennavo, in questo post avrei usato la farina di mais….
Chi di voi non ne ha almeno un pacco in dispensa da finire e che a parte farci la polenta, che non sempre si ha voglia di fare, non sa come utilizzare?
Oramai da quando l’ho scoperto questa estate il tortino lo faccio in maniera ricorrente perché mi è piaciuto tantissimo. Non è l’unico modo per poterlo realizzare, e dentro possono essere usate anche altre verdure come spinaci o bietole o un mix di queste, ho fatto mio il modo più veloce, in effetti si mescola tutto e via in forno, perché in poco tempo mi permette di preparare una cena per tutta la famiglia, piace anche ai più piccoli se è quello che vi stavate chiedendo. Sprigiona un profumino per tutta la cucina che ogni volta non si resiste alla tentazione di mangiarla ancora ustionante!
L’origine della ricetta è albanese e l’ho assaggiata appunto questa estate a Argirocastro, città surreale e incantata, situata nell’interno dell’Albania e chiamata anche Fortezza Argentata, in una piccola trattoria familiare del centro, dopo la visita al castello, ci siamo imbattuti in diversi piatti della tradizione, qui l’influenza greca è molto forte. Il tortino in questione si chiama Pispili, in rete se ne trovano diverse versioni, come ogni ricetta d’altronde, qui vi lascio la mia personale versione e in generale trovo che lo yogurt le dia quel quid in più rispetto a tortini analoghi che ho assaggiato in giro per il sud.

Al prossimo piatto ;-)

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TORTINO DI MAIS E PORRO

cucchiaino50x50 Per 1 teglia da 20X30 cm.


500 g di farina di mais fine del Mulino Marino
600 g di acqua calda
400 g di yogurt greco
2 porri
100 g di feta greca (facoltativo)
una presa di sale e una spolverata di coriandolo
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 pizzico di bicarbonato

Pesare in una ciotola la farina e il bicarbonato, versate sopra l’acqua calda e con una spatola mescolare. Aggiungere quindi il sale el’olio extravergine di oliva, lo yogurt e mescolare. A parte lavare bene e tagliare a rondelle il porro quindi aggiungere al composto, aggiustate di sale e spolverare con il coriandolo, se preferite potete mettere prezzemolo o timo, a questo punto aggiungere la feta sbriciolata, questo ingrediente è facoltativo, nel senso che comunque se lo omettete (e io una volta l’ho fatto anche senza) il tortino sarà ugualmente gustoso e buono.
Infornare a 170 °C per circa 50-60 minuti, quindi sfornare e lasciare raffreddare in modo che si compatti bene e risulta più facile tagliarla.




Tsoureki


Ieri pomeriggio ho sfornato questo pane, la sua storia, intendo dire di come si sia materializzato nella mia cucina, parte da un libro regalatomi per il compleanno, ovvero “Come si fa il PANE” di Emmanuel Hadjiandreou edito dalla Guido Tommasi.
Il libro mi ha subito incuriosito, ovviamente sia per l’argomento sia perché me l’hanno regalato, ed ho cominciato a sfogliarlo trovando delle belle fotografie insieme ad un bel food styling.
Non conosco l’autore e vedo che anche su internet non c’è molto, ma a parte questo sfogliando il libro mi ha colpito la ricetta dello tsoureki, è un pane greco che si prepara per Pasqua, può essere arricchito anche da uova colorate inserite in superficie ed è molto profumato. E’ il tipo di pane che preferisco a colazione con una buona dose di marmellata, ma devo dire che ha catturato la mia attenzione la forma della treccia a 4 capi e la spiegazione passo passo che viene fatta con delle foto in sequenza dei vari passaggi (peccato che non li ho capiti :)
L’avevo già fatta questa forma, ma essendo zuccona e forse non avendo capito fino in fondo l’intreccio, non l’ho mai memorizzato, poi vedo questa sequenza e mi catapulto a rifarla, ma niente da fare, non sono riuscita a capire il meccanismo, allora mi collego ad internet e trovo un video (quello che cito più sotto nella ricetta) che mi ha fatto capire l’intreccio, mi è bastato vederlo una sola volta che ho risolto l’arcano oltre al fatto che ho capito che ognuno di noi ha un modo diverso per memorizzare e per fissare le cose, deve trovare il proprio filo logico….
Va beh, faccio la treccia e la inforno, la fotografo e…… messe a confronto le 2 trecce come si vede dalla foto non si assomigliano per niente, beh ma allora??? La mia è più larga quella del tipo ha un intreccio più sostenuto in modo che si sviluppi in altezza una volta cotta. Ho capito che devo studiare ancora, ma intanto una treccia a 4 l’abbiamo fatta, quella della foto è forse quello che si chiama intreccio a 4 che però faccio partendo da due capi lunghi che alla fine si intrecciano a 4. Ok la finisco e vi farò sapere nelle prossime puntate.
Il pane intanto è buono e questo già mi sembra un ottimo risultato!
Ma a parte l’intreccio c’è qualcosa che non capisco, se da un lato il libro mi ha incuriosito al punto di seguire il più fedelmente possibile la ricetta di oggi, d’altro lato mi lasciano perplesse alcune cose lette, anche se si sta parlando di un professionista pluripremiato che lavora da anni nella panificazione e che è stato alle strette dipendenze del famosissimo Gordon Ramsay.
C’è una sezione sul lievito madre che non mi convince molto, anche se i pani e le combinazioni degli ingredienti sono molto invitanti……
La sezione dei pani con il lievito fresco mi piace perché ce ne mette poco prediligendo la lunga lievitazione, ma poi leggo che per la ricetta dello tsoureki di oggi ci ha messo 40 g di lievito fresco per poco più di 200 g di farina! Un’eresia, io ce ne ho messi 10 e mi pareva di aver commesso un reato :-(
Per me questi sono dei nonsense, altra cosa che mi convince poco è la tecnica di impastamento che ho seguito poco perché gli ingredienti non mi si amalgamavano bene.
Insomma non so se ho fatto un torto o un favore all’autore con questo mio post, ma ripeto c’è una parte che mi intriga se no non ne parlerei.
La ricetta seguente è presa dal libro tale e quale, il procedimento è mio ;-)

Buono tsoureki a voi e buona giornata :-)

TSOUREKI

cucchiaino50x50 Per uno tsoureki da circa 500 g

10 g di lievito di birra (40 g nella ricetta originale)
50 ml di acqua
40 g di farina “00”
30 g di burro
80 g di zucchero
la scorza grattugiata di 1/2 arancia
1 cucchiaino di pimento (io non l’ho messo)
1 cucchiaino di cardamomo in polvere
1 pizzico di sale
1 uovo medio
200 g di farina “00”
1 uovo per spennellare

La sera prima sciogliere in una terrina il lievito con l’acqua tiepida, aggiungere 40 g di farina e mescolare, coprire e lasciare riposare per 30 minuti. Nel frattempo fare fondere il burro in un pentolino, aggiungere lo zucchero e fare sciogliere, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare, aggiungere quindi l’arancia grattugiata, un pizzico di sale, il cardamomo e il pimento (che io non avevo), aggiungere infine l’uovo leggermente sbattuto e mescolare. Prendere l’impasto prefermentato, aggiungere la farina, mescolare e poi aggiungere il composto di burro e mescolare ancora. Passare sulla spianatoia leggermente infarinata ed impastare il composto fino a che risulterà liscio ed omogeneo, formare una palla, coprire e lasciare riposare per altri 15-20 minuti dopodiché fare una serie di pieghe, coprire con pellicola trasparente e riporre in frigorifero per una notte.
L’indomani prendere l’impasto, sgonfiarlo leggermente e spezzarlo in quattro parti uguali (da circa 126 g), allungare ciascun pezzo e formare dei filoncini dalle estremità più sottili fino ad arrivare ad una lunghezza di circa 25-30 cm.

Intrecciare la treccia a 4 capi
Posizionare i filoncini di fronte a voi nel senso della lunghezza e sigillare in alto le estremità, intrecciare quindi la treccia partendo da quelli centrali: il 3° va sul 2°, il 4° va sotto il 2° e il 1° va sopra il 3° e proseguire sempre nello stesso verso i due centrali vengono intrecciati sempre mettendo il capo di destra su quello di sinistra, il capo dell’estremità desta va sotto quello centrale alla sua sinistra, il capo dell’estremità sinistra va sopra quello centrale che si trova alla sua destra….. si intrecciano sempre prima i due capi centrali poi quelli laterali che si intrecciano con quelli di mezzo in modo che il capo tutto a destra vada sempre sotto al capo centrale che si trova alla sua sinistra e il capo tutto a sinistra si intreccia con il capo centrale che si trova alla sua destra. Continuare fino a chiudere le estremità inferiori.

Molto utile è stato per me questo video

Adagiare la treccia su una teglia rivestita di carta da forno, coprire con pellicola trasparente e lasciare lievitare fino al raddoppio di volume (un ora, un ora e mezza) dopodiché spennellare con dell’uovo sbattuto ed infornare.
Cuocere in forno preriscaldato per 20-25 minuti a 180 °C, quindi sfornare e lasciare raffreddare completamente su una griglia.




Il byrek e la pasta phyllo :-)


Oh! finalmente riesco a scrivere in santa pace!!!
Ritorno da una capatina in Campania durante la quale avrei voluto raccontarvi, con tutta calma (macché), del mio nuovo amore culinario. Nei miei pensieri era sempre lì che aspettava di essere realizzato, ma poi qualcosa mi diceva di rimandare finché non è arrivato il momento giusto!!!
Non allarmatevi, la pasta madre è in cima alla top ten, anzi non ve ne scrivo ultimamente perché ho un po’ di problemi di conciliazione tra l’apotto che tocca tutto, il caldo, il forno e l’impellente bisogno di mangiare meno carboidrati e più frutta e verdura fresca, ma….. questo non vuol dire che non abbia cura della mia figlioletta che da qualche mese ha anche una sorellina minore, la pasta madre di kamut!
Ma tornando a noi, il mio sogno nel cassetto da qualche annetto, era quello di realizzare la pasta phyllo, quella vera, fatta in casa, ma dopo varie documentazioni e ricerche sull’argomento mi sono fermata perché mi sono resa conto che mi mancava l’esperienza, di quella che si tramanda da generazione in generazione, di chi la pasta phyllo la fa da quando è nato!
Ma il tempo passa e le situazioni si evolvono e si conoscono anche persone nuove, insomma per farla breve questo inverno ho conosciuto, grazie alla rete e alla pasta madre, Donato socio fondatore di Birra Cerqua, il primo birrificio artigianale che a settembre aprirà nel pieno centro di Bologna, con cui è nata una collaborazione culinaria fino dai primi incontri, per prima cosa abbiamo dato vita a delle pagnotte di pane con pasta madre e il trito di malto derivato dagli scarti della lavorazione della birra :-)
Ma che centra con la pasta phyllo? Centra centra perché caso vuole che Donato sia sposato con una ragazza albanese, la cui mamma appunto impasta e tira alla velocità della luce palline di pasta phyllo fin da piccola :-)
Purtroppo l’ultima volta che è stata a Bologna, mi sono persa la diretta, ma Donato, valido collaboratore e amante della cucina mi ha iniziato in questa nuova avventura, così, oramai una quindicina di giorni fa abbiamo fatto il byrek o burek. Io l’ho voluto fare con ripieno di spinaci e feta come l’ho sempre mangiato in Grecia, dove poi si chiama spanakopita, ma è ottimo anche con altri tipi di ripieno, dalla carne macinata alle verdure……
Sono stata felicissima di aver imparato, va beh ancora un po’ di pratica la dovrò fare, a fare la pasta phyllo, ma ancora di più dopo averne assaporato il primo boccone!!!!!! Fantastico!
Per il momento vi lascio di seguito la ricetta e il procedimento di questa avventura, presto spero di fare un tutorial più esplicativo!
…… e poi quante,tante cose mi stanno venendo in mente da fare con questa pasta capricciosetta ;-)

BYREK CON SPINACI E FETA

cucchiaino50x50 Per una teglia da 26 cm di diametro

Per la pasta phyllo
230 g di farina “0”
65 ml di acqua
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 presa di sale
amido di mais e olio extravergine di oliva per la finitura


Per il ripieno
400 g di spinaci
170 ml di yogurt greco
100 g di feta
¼ di cipolla bianca
1 cucchiaino di aneto essiccato o un mazzetto fresco
sale e olio extravergine di oliva


Preparare per prima cosa la pasta phyllo. Versare a pioggia la farina sulla spianatoia, fare al centro una fossetta e aggiungere l’olio, il sale e l’acqua, amalgamare gli ingredienti ed impastare fino ad ottenere una palla liscia, morbida ed elastica.
Dividere l’impasto in sette palline da circa 40 g e coprire con pellicola trasparente per non farle seccare, ne serviranno 4 per la base e 3 per la copertura. Mettere un mucchietto di amido di mais sulla spianatoia e passarvi sopra una pallina di impasto quindi stenderla in un cerchio abbastanza spesso con un bastone di circa 1,5 cm di diametro, a questo punto il movimento da ripetere per n volte fino ad ottenere una sfoglia fine e semi trasparente consiste nell’arrotolare sul bastone il cerchio di pasta partendo dall’estremità più lontana a voi e con un unico movimento srotolarlo in avanti, poi si gira di qualche grado il cerchio di pasta e la si arrotola nuovamente sul bastone e ancora con un unico movimento in avanti si srotola e così via. Tra una tirata e l’altra, se occorre spolverare la sfoglia con l’amido di mais per non farla attaccare e non preoccuparsi eccessivamente se la sfoglia si aggrinzisce e non viene bella liscia, è normale, per evitare il problema si dovrebbe usare un matterello fatto apposta che assomiglia ad un fuso. Una volta pronta la prima sfoglia, la si adagia nella teglia oliata, in modo da rivestire la base, ma anche in modo che esca fuori solo da un lato, a seguire le successive 3 sfoglie si sovrapporranno come se fossero dei petali a mo’ di fiore, fino a rivestire tutti i bordi della teglia. Mettere un filo d’olio tra una sfoglia e l’altra soprattutto ai bordi, dopo la stesura della 4 sfoglia preparare il ripieno, conviene arrivare a questo passaggio con almeno tutti gli ingredienti pronti (es. spinaci lessati, cipolla tagliata), quindi passare in padella la cipolla tritata finemente con l’olio extravergine di oliva, aggiungere gli spinaci lessati, l’aneto, un pizzico di sale e fare insaporire per qualche minuto. Aggiungere al composto la feta sbriciolata e lo yogurt, amalgamare bene e versare nella teglia, stendere così le ultime 3 sfoglie che potranno avere un diametro più piccolo e coprire la torta ricordandosi di mettere un filo d’olio tra uno strato e l’altro. Ripiegare i bordi esterni sulla torta, mettere un altro filo d’olio ed infornare a forno preriscaldato a 200 °C per 45 minuti circa, comunque fino a che abbia un colore dorato. Sfornare e con la mano bagnata d’acqua schizzare la superficie del byrek, questo permetterà di tagliare le fette senza che si disintegri la sfoglia superiore pur non compromettendo la croccantezza della crosta! Tagliare le fette a mo’ di rombo, servire tiepido con una buona birra artigianale ;-)




Involtini di cavolo e manzo


Eccomi con la seconda ricetta greca di cui vi parlavo, tratta da “Meze” di Anne Wilson, edito dalla Gribaudo. Rispetto alla ricetta descritta ho modificato solo le dosi della cannella che mi sembravano eccessive, e devo dire che ho fatto bene. Con questa ricetta si sente leggermente il retrogusto della cannella ma non è predominante, nel complesso è venuto fuori un involtino simpatico da vedere e da presentare come antipasto autunnale e molto buono ;-)
Riguardo le foglie di cavolo sono da preferire quelle più interne che rimangono integre non compromettendo l’estetica del piatto!!!

Buon week end zuccoso a tutti e alla prossima con tante belle novità!


INVOLTINI DI CAVOLO E MANZO

cucchiaino50x50 Per 4-6 persone.

500 g di carne macinata di manzo
20-25 foglie di cavolo cappuccio
30 g di pinoli
1 cipolla bianca
1/4 di cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaino di cannella
10-15 foglioline di menta fresca
un mazzettino di prezzemolo
olio extravergine di oliva e sale

Lavare le foglie di cavolo e lessarle per qualche minuto in acqua salata o per 15- minuti a vapore e lasciare raffreddare.
A parte, in una padella, cuocere la carne macinata con 2-3 cucchiai di olio e la cipolla. Aggiungere la cannella,la noce moscata, i pinoli e finire la cottura. Lasciare raffreddare completamente, dopodiché aggiungere la menta e il prezzemolo tritato.
Prendere una foglia di cavolo, riporre sul lato corto più vicino un’abbondante cucchaiata di carne, ripiegare i lati e avvolgere la foglia ad involtino. Disporre gli involtini in una pirofila leggermente unta d’olio, coprire con carta argentata e passare in forno a 200 °C per circa 15-20 minuti. Servire tiepidi.


Cabbage & Beef rolls

greek recipe

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cucchiaino50x50 Serves 4-6.

500 g ground beef
20-25 leaves of cabbage
30 g pine nuts
1 white onion
1/4 teaspoon nutmeg
1/2 teaspoon cinnamon
10-15 fresh mint leaves
a bunches of parsley
extra virgin olive oil and salt

Wash the cabbage leaves and boil in salted water for a few minutes, or 15 minutes to steam and cool.
Separately, in a frying pan, cook the ground meat with 2-3 tablespoons of olive oil and onion. Add cinnamon, nutmeg, pine nuts and finish cooking. Allow to cool completely, then add the mint and parsley.
Take a cabbage leaf, put on the short side nearest a rich tablespoon of meat, fold in sides and roll the leaf. Arrange the rolls in a lightly oiled baking dish, cover with foil and bake in oven at 200 °C for about 15-20 minutes. Serve warm.




Polipetti al vino rosso


Se da Parigi sono tornata con tante idee e ricette da voler provare è pur vero che quest’estate sono stata in un isoletta greca e che anche da lì son tornata con tante ispirazioni……
Ma poi nella quotidianità ci si perde nelle molteplici cose da fare che alla fine il tempo per le tue realizzazioni diventa sempre più introvabile. E così ti resta il block notes che ti sei portato in vacanza (almeno io faccio così) su cui hai appuntato con entusiasmo le esperienze e le sensazioni vissute, oltre che ai sapori gustati!!!
La lista delle ricette da voler provare si allunga, ma l’importante è arrivarci prima o poi, comunque tutto questo per confessarvi che ho cucinato un paio di ricette greche prese da un paio di libricini, di Anne Wilson, quello di oggi è “Cucina Greca”, editore Gribaudo che non sono esattamente ciò che volevo fare al mio ritorno dalla vacanza :-) ma che avendo a disposizione dei polipetti freschi sono stata ben contenta di cucinarli in modo diverso, per cui eccovi la ricetta ;-)


POLIPETTI AL VINO ROSSO

cucchiaino50x50 Per 2 persone.

700 g di polipetti freschi
½ cipolla
2 foglie di alloro
2 cucchiai di vino rosso secco
2 cucchiai di aceto di vino rosso
1 spolverata di pepe nero
½ cucchiaino di origano secco
olio extravergine di oliva e sale

Lavare e pulire sotto acqua corrente i polipetti, togliere le interiora, il becco, e gli occhi dalla testa e spellare.
Cuocere i polipetti a fuoco medio in una padella con l’olio, la cipolla tritata finemente e l’alloro per circa 20 minuti finché il liquido non sia quasi assorbito.
Aggiungere il vino, l’aceto, il pepe e l’origano e continuare la cottura per altri 15-20 minuti a fuoco basso. Se necessario aggiustare di sale. Si possono servire sia caldi che freddi.


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cucchiaino50x50 Serves 2.

700 g of fresh octopus
½ onion
2 bay leaves
2 tablespoons dry red wine
2 tablespoons red wine vinegar
1 pinch black pepper
½ teaspoon dried oregano
extra virgin olive oil and salt

Wash and clean the octopus under running water, remove the innards, beak and eyes from the head and skin.
Cook the octopus in a saucepan over medium heat with olive oil, diced onion and bay leaves for about 20 minutes until the liquid is almost absorbed. Add wine, vinegar, pepper and oregano and continue cooking for another 15-20 minutes over low heat. If necessary, add salt. You can serve hot or cold.




Pandolce alla cannella


Eccomi qua con un pandolce a lievitazione naturale che ricorda tanto la Grecia con il suo profumo di cannella e con l’appicicosità del miele :-)
Eh si, è proprio a questo luogo che mi sono ispirata nel ricordo di alcuni anni fa quando per la prima volta sono approdata ad Atene e nella stupenda Isola di Milos.
Non immaginavo prorio, ma la cannella era dappertutto, al bar ti servivano il cappuccino con la boccetta (come si chiama? non mi viene il nome!!) del cacao e della cannella.
Ma in particolar modo si è impresso nella mia mente (oltre che nel cuore) il sapore di un pane offerto dal prete in onore della Festa di Santa Sofia a Milos.

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E’ stata una situazione buffa! Ci siamo trovati alla festa in mezzo agli abitanti del posto e altri n.2 turisti, e abbiamo partecipato alla cerimonia religiosa con rito finale di benedizione e consegna del buonissimo pane tra gli occhi puntati addosso dei più curiosi. Peccato che per il vento fortissimo non si è conclusa a “tarallucci e vino” come sarebbe dovuta essere tra balli e grigliate. Quindi presi pane e benedizione torniamo in città per mangiare un boccone. La ricetta del pane??? boh, sapeva di cannella, aveva una forma circolare enorme, forse per via della festa, era abbastanza alto e, se non sbaglio, era ricoperto da semi di sesamo:-)))

santa-sofia

PANDOLCE ALLA CANNELLA

cucchiaino50x50 Per uno stampo ad anello da 26 cm di diametro.

180 gr di pasta madre (attiva)
350 gr di farina “0”
175 gr di latte tiepido
1 uovo
50 gr di zucchero
50 gr di burro + 5 gr per lo stampo
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di malto di riso
1/8 di cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
scorza grattugiata di un’arancia biologica
albume per spennellare
miele per servir
e

La sera prima, fare il rinfresco alla pasta madre, in modo che si riattivi. L’indomani prenderne 180 gr e metterla in una terrina capiente, aggiungere 175 gr di latte tiepido e il malto di riso, con una forchetta sciogliere bene il lievito fino a che sia tutto liquido e senza grumi. Aggiungere lo zucchero e mescolare, aggiungere la farina, dopo il sale e mescolare fino a che tutto il liquido sia assorbito dalla farina, aggiungere alla fine il burro ammorbidito a temperatura ambiente, l’uovo e lavorare nella ciotola fino a che il composto risulti bene amalgamato. Aggiungere la vaniglia, la cannella e la scorza di arancia grattugiata e mescolare ancora un po. L’impasto sarà abbastanza morbido per cui continauare a lavorarlo nella ciotola sbattendolo con le mani con un movimento che dal basso va verso l’alto, il tutto per una decina di minuti almeno (è molto faticoso, ma rafforza i muscoli delle braccia :-). Potete lavorare l’impasto anche sulla spianatoia infarinata sbattendolo (vedi video) energicamente per permettere l’incordatura. Nel primo caso, lasciare lievitare nella ciotola coperta con un canovaccio umido, nel secondo caso formare una palla e fare un taglio a croce, coprire con un canovaccio umido e lasciare lievitare per 3 ore lontano da correnti d’aria. Trascorse le 3 ore, sgonfiare l’impasto in modo da ottenere un rettangolo e procedere con la piegatura. Piegare uno sull’altro i due lati, destro e sinistro, per un terzo del rettangolo complessivo, girare di 90° e ripetere l’operazione, ricoprire con il canovaccio e lasciare riposare per 1 ora. Prendere l’impasto e dividetelo in tre parti, formare 3 filoncini da cui ricavare una treccia. Imburrare lo stampo ad anello, disporvi la treccia e fissare le estremità. Coprire e lasciare riposare per altre 4-5 ore. Spennellare il pandolce con un po di albume sbattuto e 2 cucchiai d’acqua, infornare a forno preriscaldato per 25-30 minuti a 180°. Sfornare e lasciare raffreddare su una griglia. Servire con del miele.



Cinnamon sweet bread



pandolce-alla-cannella2
cucchiaino50x50 For a ring mold of 26 cm of diameter.

180 gr of sourdough (active)
350 grams of flour “0”
175 grams of warm milk
1 egg
50 g sugar
50 g butter + 5 g for the mold
1 pinch of salt
1 teaspoon of rice malt
1/8 teaspoon of vanilla extract
1/2 teaspoon of cinnamon
grated zest of an organic orange
egg white to brush
honey to serve


The night before, please refresh the sourdough, so that it wake up. The next day take 180 gr of sourdough and put in a large bowl, add 175 gr of warm milk and rice malt, so with a fork, dissolve the yeast well until it’s without lumps. Add the sugar and mix, add the flour and than the salt and begin mixing with a fork until the flour will have absorbed all the milk. Add the butter softened at room temperature, the egg and mix well. Add the vanilla extract, the cinnamon and the orange grated zest and mix again.
The dough will be soft enough, so continue to work with the hands beating it into the bowl with a movement that goes from the bottom to up, it takes ten minutes at least (it is very tiring, but strengthens the muscles of the arms:-). You can work the dough also on well floured pastry board beating the dough (see video) vigorously to allow for stringing. In the first case, let rise in bowl covered with a damp cloth in the second case, form a ball and cut over a cross, cover with a damp cloth and let rise for 3 hours away from drafts.
After this time, deflat the dough to obtain a rectangle, and proceed to the fold. Take one third of the overall rectangle and bend the two sides, left and right, one over the other, turn of 90° and repeat the operation. Cover with the cloth and let rest for one hour.
Take the dough, divide it into 3, form the small loafs and finally form a braid. Butter a ring mold, arrange the braid and fix the ends. Cover and let rest for another 4-5 hours. Brush the sweet bread with a little beaten egg white and 2 tablespoons of water. Bake in preheated oven for 25-30 minutes at 180°. Remove from the oven and let cool on a grid. Serve with honey.